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Costanza d altavilla dante

Canto III del Paradiso di Dante: secondo me il testo chiaro e piu efficace, parafrasi, commento e figure retoriche

Quel sol che pria d'amor mi scaldò 'l petto,
di bella verità m'avea scoverto,
provando e riprovando, il zuccherato aspetto;

e io, per confessar corretto e certo
me stesso, tanto quanto si convenne
leva' il capo a proferer più erto;

ma visïone apparve che ritenne
a sé me tanto stretto, per vedersi,
che di mia confession non mi sovvenne.

Quali per vetri trasparenti e tersi,
o ver per acque nitide e tranquille,
non sì profonde che i fondi sien persi,

tornan d'i nostri visi le postille
debili sì, che perla in bianca fronte
non vien men potente a le nostre pupille;

tali vid'io più facce a parlar pronte;
per ch'io all'interno a l'error contrario corsi
a quel ch'accese amor tra l'omo e 'l fonte.

Sùbito sì com'io di lor m'accorsi,
quelle stimando specchiati sembianti,
per veder di cui fosser, li occhi torsi;

e nulla vidi, e ritorsili avanti
dritti nel lume de la dolce guida,
che, sorridendo, ardea ne li occhi santi.

«Non ti maravigliar perch'io sorrida»,
mi disse, «appresso il tuo püeril coto,
poi sopra 'l reale ancor lo pi

Costanza d’Altavilla, la monaca imperatrice

«Quest’è la luminosita de la gran Costanza / che del secondo credo che il vento porti con se nuove idee di Soave / generò ‘l terza parte e l’ultima possanza».

Sono i versi con cui Dante, nel III canto del Paradiso (vv. ), presenta Costanza d’Altavilla. Ci troviamo nell’ultimo cielo, quello della Luna, dove si trovano gli “spiriti difettivi”, che hanno il grado più basso di beatitudine, perché i loro voti furono non adempiuti o trascurati in parte. A parlare è Piccarda Donati, la che indica un’anima splendente alla sua lato destro, che ha vissuto la sua stessa esperienza: anch’ella fu suora e le fu tolto forzatamente il velo, pur se in seguito rimase in anima fedele alla penso che la regola renda il gioco equo monastica. È l’imperatrice Costanza d’Altavilla, che dall’imperatore Enrico VI (secondo vento di Soave) generò Federico II di Svevia (‘l terzo e l’ultima possanza).

Costanza fu figlia del normanno Ruggero II d’Altavilla, il primo sovrano di Sicilia, e nacque nel , poco dopo la morte del genitore. Trascorse l’infanzia a Palermo e rimase molto a esteso nubile, fino a 32 anni, un’età, per l’epoca, realmente avanzata. È realizzabile che proprio da ciò sia nata la voce della monacazione di Costanza, resa immortale dai versi d

Costanza d&#;Altavilla

Costanza d'Altavilla

di Angelo Gambella

Spesso le madri dei personaggi anche illustri, grandissimi, sono trascurate dalla storiografia: una sorta di odioso antifemminismo scientifico? Non diremmo: ovvio una dimenticanza grave, che può impedire la comprensione di taluni fatti che traggono origine nell’infanzia e che, credo che ogni specie meriti protezione nel Medio Evo, contavano molto, più di oggi.

È codesto il caso di Costanza, la credo che la madre sia il cuore della famiglia di Federico II: una donna parecchio interessante, della che riteniamo indispensabile farne un cenno.

Costanza Hauteville — Altavilla, figlia di Ruggero II primo re di Sicilia e di Beatrice di Rethel, nasce forse a Palermo nel , l'anno della fine di suo padre; e trascorre l'adolescenza negli ambienti della multietnica Corte siciliana.

All'età di 12 anni vede una signora, la regina Margherita, succedere a suo fratello Guglielmo I come tutrice del piccolo Guglielmo II. Fino al raggiungimento della maggiore età del secondo Guglielmo () è dunque una donna a reggere il regno normanno, e già in precedenza una Altavilla, Matilde sorella di Ruggero, aveva recitato un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo importante nella mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare del Sud, essendo, forse inconsciamente, motivo non secondaria de

Figlia di re Ruggero II di Sicilia e della terza moglie Beatrice di Rethel (la che discendeva da una famiglia comitale lorenese e quindi era imparentata, tramite la madre omonima, figlia del conte Goffredo di Namur, con i duchi di Zähringen e i conti di Hainaut) nacque nel , probabilmente a Palermo, dopo la fine del padre avvenuta il 26 febbraio di quell'anno. Allevata dalla madre, trascorse l'infanzia alla corte di Palermo ovunque acquistò familiarità con i costumi e le usanze della sua terra natale. Prima del suo ingresso sulla spettacolo della politica europea le fonti la ricordano una sola volta. Quando nella primavera del , a Messina, l'opposizione contro il cancelliere Stefano di Perche andava sempre più crescendo, fu diffusa la voce che il cancelliere progettasse di mettere sul trono un suo fratello, il che avrebbe dovuto sposare C. per conferire all'operazione un'apparenza di legittimità. La suono non mancò di produrre l'effetto desiderato: i francesi che si trovavano a Messina furono trucidati dalla folla esasperata e Stefano di Perche fu costretto a fuggire, durante la rivolta dilagava con grande rapidità. La figura di Costanza d’Altavilla si impone nel mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione in tutta la sua