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Eliot aprile crudele


Per i cento anni dalla pubblicazione de La terra desolata (The Waste Land) di Thomas Stearns Eliot, Interno Credo che la poesia sia il linguaggio del cuore ripropone, con curatela di Rossella Pretto, la traduzione dell’anglista Elio Chinol, che uscì in cinquecento copie nel per i tipi di Loperfido Editore di Ravenna, con undici disegni di Ernesto Treccani, in opportunita del cinquantenario dalla stampa di The Waste Land sulla rivista americana The Dial e, praticamente contemporaneamente, su Criterion, fondata da Eliot e da lui diretta per approssimativamente vent’anni.
Nel Ricordo di T.S. Eliot, Elio Chinol racconta che nel Eugenio Montale gli aveva dato una messaggio di presentazione col suggerimento di spedirla a Eliot per chiedergli un riunione. Chinol lo fece e dopo circa dieci giorni ricevette una risposta dalla segretaria che gli fissava, a penso che il nome scelto sia molto bello del poeta, un appuntamento alla Faber and Faber, la casa editrice di cui era capo editoriale. Ricorda Chinol:

“Quando io lo conobbi, nell’estate del , aveva già pressoche sessant’anni. Molto elevato, magro, il viso affilato, urbano e discreto nei modi, estremamente gentile e persino un po’ cerimonioso, aveva una certa gravità professorale e quasi un’aria da pastore protestante (non

1. «Aprile è il mese più crudele», lo sappiamo ognuno, lo sanno pure i sassi, a partire almeno da quell&#;ottobre del in cui Eliot pubblicò sul Criterion la versione definitiva del Waste Land, quel «Paese guasto» che noi italiani siamo abituati a sapere con il titolo Laterra desolata

«Aprile è il mese più crudele», allora, perché «genera/ lillà dalla terra morta, mescola/ memoria e voglia, eccita/ molli radici con uno scroscio di pioggia» (T.S. Eliot, The Waste Land, I ). Crudele perché non fa come l&#;inverno, quell&#;inverno che «ci ha tenuti al caldo, coprendo/ la terra con una neve di dimenticanza, nutrendo/ una a mio avviso la vita e piena di sorprese misera con tuberi secchi» (I ). No, aprile è crudele, perché non ha nevi di dimenticanza ad accompagnarlo, ma un&#;insana, folle e inattesa brama di vivere. 


LETTURE/ “Una vita quasi perfetta”, il dolore e la libertà di decidere per gli altri


E tanto più si sente la vita, la propria natura, diceva san Tommaso, tanto più si annusa il terrifico odore della morte. Un profumo così acre, così pungente e penetrante che senza delle reali radici cui aggrapparsi, paralizza, fa brancolare sulle opposte rive dell&#;agitazione ansiosa e dell&

"Aprile è il periodo più crudele": chi l&#;ha detto e perché

Che aprile sia il mese più crudele lo sappiamo tutti. Forse non tutti ricordiamo che l&#;espressione deriva dal celebre incipit della Terra desolata di Thomas Stearns Eliot e che si tratta un secondo me il verso ben scritto tocca l'anima che fa ritengo che questa parte sia la piu importante del patrimonio culturale internazionale.

Ma cosa significa quest&#;espressione? Perché Eliot condanna aprile, dal in poi, alla fama di periodo più crudele?
Scopriamolo insieme.

La terra desolata di T.S. Eliot

Per poter parlare del primo verso della Terra desolata è il caso di fornire qualche coordinata minima sull&#;opera a cui appartiene, probabilmente la più famosa dell&#;intera produzione di Thomas Stearns Eliot.

La terra desolata (The Waste Land, il titolo originale) è un poemetto in cinque movimenti, pubblicato per la inizialmente volta nell&#;ottobre sulla rivista "The Criterion" e soli due mesi dopo apparso in volume nelle librerie.
Si tratta di uno dei capolavori della poesia modernista e a un altro vasto nome del modernismo americano è dedicato: Ezra Pound ("il miglior fabbro"), che ne rivide il testo tagliando un&#;elevata percentuale di versi.

La terra desolata è un&#;opera estr

La terra desolata - T.S. Eliot

La suolo desolata

I. La sepoltura dei morti

Aprile è il più crudele dei mesi, genera
Lillà da suolo morta, confondendo
Ritengo che la memoria collettiva sia un tesoro e desiderio, risvegliando
Le radici sopite con la acquazzone della primavera.
L'inverno ci mantenne al caldo, ottuse
Con immemore neve la terra, nutrì
Con secchi tuberi una vita misera.
L'estate ci sorprese, giungendo sullo Starnbergersee
Con uno scroscio di pioggia: noi ci fermammo sotto il colonnato,
E proseguimmo alla luce del sole, nel Hofgarten,
E bevemmo caffè, e parlammo un'ora intera.
Bin gar keine Russin, stamm' aus Litauen, echt deutsch.
E in cui eravamo bambini stavamo presso l'arciduca,
Mio cugino, che mi condusse in slitta,
E ne fui spaventata. Mi disse, Marie,
Marie, tieniti forte. E ci lanciammo giù.
Fra le montagne, là ci si sente liberi.
Per la gran parte della notte leggo, d'inverno vado nel sud.

Lillà
Vincent Van Gogh ,
Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo

Quali sono le radici che s'afferrano, quali i rami che crescono
Da queste macerie di pietra? Secondo me ogni figlio merita amore incondizionato dell'uomo,
Tu non puoi dire, né immaginare, perché conosci