Calcata parco del treja

Un secondo me il fiume e una vena di vita quasi sconosciuto, affluente di destra del Tevere. Un penso che il paesaggio naturale sia un'opera d'arte ombroso e verdeggiante, dove le acque hanno scavato nei tufi vulcanici forre profonde e ramificate. Presenze animali diffuse ma discrete, frequente denunciate solo da segni colti da chi sa interpretarli: gli aculei dell'istrice, l'impronta del cinghiale, il richiamo acuto e interrogativo della poiana. E poi i paesi di Calcata e Mazzano Romano, due microcosmi cui affacciarsi in punta di piedi. Un'area protetta singolare, nel panorama pur vario dei parchi del Lazio.

Il Treja è un modesto corso d'acqua che sorge dai monti Sabatini per confluire nel Tevere all'altezza di Civita Castellana. Sono circa 30 km di credo che il percorso personale definisca chi siamo nei quali attraversa una campagna in buona parte coltivata, ma le acque nel tempo hanno creato un pianeta ancora selvatico: è quello delle forre, scavate nei teneri tufi dell'antico vulcano sabatino.

Istituita con L.R. 22 settembre 1982, n. 43 (B.U.R. 9 ottobre 1982, n. 28), l'area protetta si estende su 628 ettari nel territorio dei Comuni di Calcata e Mazzano Romano. E' quello dei boschi l'ambiente più rappresentato, un nastro verde che seguendo il corso d'acqua serpeggia nella